17 marzo 2012

Marco Massinelli



Con molto sgomento  il 7 Marzo  notai la notizia su facebook di  un ragazzo sparito nel nulla la notte fra il 6/7 Marzo subito cominciai a condividere la cosa perchè non può una persona sparire nel nulla  la mia speranza come di molti era di trovarlo vivo, ma più passavano i giorni  più i pensieri si facevano cupi e dopo 10 giorni ecco la notizia trovato morto nelle colline toscane in provincia di Firenze .. i giornali dicono suicidio .. Ma secondo voi persone pensanti se una persona si vuole suicidare fa 400 Km??? e poi esce a Pegognaga dove ha la caserma gli amici e la casa e torna indietro?? poteva uscire a Carpi o a Firenze se aveva certe intensioni giusto??? No la cosa non mi convince per niente in più girando per internet trovo questo articolo di un altro bloger:( cose che sapevo e cose che non sapevo ma di certo la cosa che mi accomuna è che effettivamente ci sono cose molto strane)

"Ora è ufficiale, il corpo di Marco Massinelli, maresciallo dei carabinieri di soli ventisei anni, è stato ritrovato ad un centinaio di metri dalla sua auto, a Firenzuola, una cittadina collinare in provincia di Firenze, privo di vita. Da quanto è trapelato il giovane si sarebbe suicidato sparandosi un colpo di pistola alla testa. La notizia ha creato un immenso dolore a Castiglione del Lago, in provincia di Perugia vivono il padre e la madre, ma anche frustrazione e stupore, sia nei genitori che negli amici. I genitori, chiaramente disperati, non credono assolutamente ad un gesto di autolesionismo, "non ne aveva motivo" ha detto il padre. Ma neppure gli amici danno credito a quanto appurato finora dai colleghi della vittima. Ed hanno ragione perché dopo una bella vacanza in America, era tornato un paio di giorni prima di scomparire, dopo essersi divertito con gli amici e le amiche, perché doveva farla finita? Ma, soprattutto, per quale motivo fare 600 chilometri in auto per suicidarsi, quando bastava prendesse la pistola e si sparasse a caso e dove capitava? Se una persona vuol morire, perché non sopporta più il peso della vita, ogni luogo va bene, anche una stradina in provincia di Perugia, non fa seicento chilometri col rischio di cambiare idea... un comportamento alquanto particolare che alza nuvole di fumo, alza interrogativi che pretendono risposta.

Che senso ha avuto il partire di casa tre giorni prima di tornare al lavoro, dicendo coi suoi che non vedeva l'ora di incontrare i commilitoni? Che senso ha avuto il prendere l'autostrada e l'uscire all'uscita giusta, a Mantova, in Lombardia, per poi tornare indietro, passando dalla via Emilia fino ad arrivare a Bologna o addirittura in Romagna, perché è da Bologna e da Imola che si trova la strada che porta al "Passo della Futa", quindi a Firenzuola? Ma come ci è arrivato? E' entrato nuovamente in autostrada, uscendo a Barberino di Mugello e tornando indietro verso il paese, o ha continuato a guidare su strade statali e provinciali? Per quale motivo ha scelto quella direzione anziché prenderne un'altra più agevole e comoda? Conosceva qualcuno in zona? Vi è stato attirato con uno stratagemma? C'è da chiederselo perché ad un certo punto della notte, diciamo all'incirca sulle quattro e mezza (era uscito sulle tre dall'autostrada, al casello di Pegognaga, e per tornare verso Modena ed arrivare a Castelfranco Emilia, in strada normale, un'ora e mezza ci vuole), aveva aperto il suo profilo Facebook inserendovi una canzone dei Pink Floyd, "The Great Gig in the Sky" in cui si dice: "Ed io non ho paura di morire, in qualsiasi momento succederà non m'importa. Perché dovrei aver paura di morire? Non c'è motivo per averne, prima o poi devi andartene. Non dissi mai ho avuto paura di morire". 

Ora c'è da capire se questo brano l'ha inserito, e quindi ascoltato, perché voleva farla finita con la vita (ed allora per quale motivo non spararsi a Castelfranco Emilia?), o se l'ha inserito per farsi coraggio perché aveva un appuntamento pericoloso. Potrebbe essere avesse un brutto appuntamento... come potrebbe essere l'abbia inserito nella sua pagina Facebook per farlo ascoltare ad un'altra persona trovatasi in acque disagiate. Questo è probabile perché nello stesso momento in cui inseriva la musica chattava, e lo ha fatto per quindici minuti, con qualcuno di cui ancora non si conosce il nome. Ma questo "qualcuno" gli aveva chiesto aiuto? Improbabile, più facile lo volesse vedere per parlargli o lo avesse mandato ad un appuntamento forse concordato da tempo (vista la partenza anticipata). Insomma non è un azzardo chiedersi se aveva un impegno che lo spingeva in direzione Firenze. E non è un azzardo dire che l'impegno non era considerato urgente. Lo fosse stato avrebbe preso l'autostrada, arrivando in meno di un'ora e mezza, e non la strada normale che gli ha allungato il percorso di quarantacinque - cinquanta minuti. Per cui, fosse andato direttamente a Firenzuola, sarebbe arrivato dopo le sette di mattina. E' morto in quell'orario? Difficile dirlo, ma dandolo per buono c'è da chiedersi come mai nessuno quel sette di marzo abbia sentito uno sparo correre nella vallata? Come mai ci siano voluti dieci giorni per vedere il corpo e l'auto.

L'ora della morte, ed il giorno, sarà l'autopsia a dircelo, nel frattempo sappiamo che non ha fatto prelevamenti col bancomat, che la sua auto non è stata avvistata in nessuna città, che tutto pare essersi svolto nelle ore notturne successive al suo arrivo al casello di Mantova. E' da quel punto che sono iniziate le stranezze, non ultimo il viaggio a ritroso scoperto seguendo la traccia del computer. In ogni caso le notizie filtrano col contagocce ed i carabinieri prima di darle alla stampa le pesano col bilancino. Forse anche a loro pare strano come suicidio, strano come quello avvenuto pochi mesi fa a Cecina, in provincia di Livorno, dove un carabiniere, dopo aver finito il turno e salutato in modo gioviale i colleghi, è salito in auto, ha fatto duecento metri, ha parcheggiato e si è sparato un colpo di pistola alla tempia. Ma questa tragedia, accaduta a fine dicembre 2011, pur se strana resta comunque ai margini del caso Massinelli, dato il tempo trascorso. Non si sa quanto restino a margine, invece, altri due suicidi, succedutisi a sette giorni l'uno dall'altro, avvenuti entrambi all'interno di caserme dei carabinieri di Forlì.

Il primo suicidio è stato quello di Luca Verdi, un uomo originario dell'Umbria (come Marco Massinelli) sposato e padre di un bimbo di quattro anni. Questo è avvenuto a Santa Sofia, sulle colline di Forlì e, ad essere pignoli, non molto distante da Firenzuola. Luca Verdi, a detta di tutti, era sereno e non aveva alcun tipo di problema. Però si è sparato, non uccidendosi sul colpo ma restando in coma all'ospedale di Cesena per tre giorni, e lo ha fatto senza motivo e senza lasciare nulla di scritto. Il secondo carabiniere si è sparato nella caserma situata nel centro di Forlì, all'interno di una stanza attigua alla portineria mentre nel salone vicino si teneva una conferenza stampa. Anche in questo caso i colleghi lo hanno descritto come un uomo sereno e tranquillo, un uomo che viveva con una compagna ed un figlio di un anno, un uomo che da poco aveva comprato casa. Ma qualcosa che non andava doveva esserci perché suo padre (Luca D'Acri era di origine calabrese), ex carabiniere in pensione, era salito da qualche giorno a Forlì... perché? In ogni modo neppure in questo caso il suicida ha ritenuto giusto lasciare un biglietto d'addio. Possibile che i carabinieri non lascino mai un pensiero prima di suicidarsi? Possibile non pensino ai figli piccoli ed egoisticamente trovino più conveniente farla finita e lasciarli nei guai?

Forse... ma vediamo le date. Marco Massinelli presumibilmente è morto il sette marzo. Il giorno successivo, a circa novanta chilometri di distanza dal suo corpo, a Santa Sofia, si suicida Luca Verdi. Passano sette giorni e, dopo aver fatto salire suo padre dalla Calabria (paura di qualcosa o qualcuno?), a quaranta chilometri da Santa Sofia si suicida Luca D'Acri. Ora c'è da dire che i casi strani esistono, come quando cade un aereo e dopo pochi giorni ne cade un altro, ma non di frequente. Il maggior numero delle volte quando ci sono stranezze le si collega con un comune denominatore e si indaga per capire cosa c'è che non va. Ed io mi auguro che lo facciano perché pare sia in atto una guerra. Al Massinelli, al Verdi, al D'Acri, infatti, vanno aggiunti altri carabinieri come il maresciallo Saverio Saracino, suicidatosi a Matera nell'ottobre del 2011, come il tenente Cristian Troiani, un carabiniere di Pescina, in provincia de L'Aquila, suicidatosi a novembre 2011, come il carabiniere di Cecina, A.G., di cui ho scritto in precedenza, suicidatosi a dicembre 2011. E, guarda a volte il caso, nessuno di questi ha lasciato un biglietto con su scritto addio..."
e allora la cosa mi fa pensare molto spero tanto che non venga archiviato come suicidio ma si dia giustizia a queste 3 persone ... Sono una patita di Medium e Gostwisper a volte vorrei tanto davvero che esistessero persone cosi che ci aiutino a capire cosa è veramente successo ad alcune persone....
Ora come ora posso solo dare il mio cordoglio e il mio dispiacere a i genitori e agli  amici di questi 3 ragazzi ...Salutateci le stelle  e che Dio benedica i vostri cari...


In più dalla trasmissione quarto grado viene fuori che qualcuno a bloccato il profilo di Marco su facebook  il giorno del suo ritriovamento... chi è stato??? poichè ci vuole la password per  bloccare il tutto???  Come hanno sempre detto i genitori e gli amici era un tipo riservato per tanto la password non la dava certo in giro giusto??? No questi suicidi non tornano e speriamo che si trovino le giuste risposte per tutte queste famiglie ...

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