17 aprile 2025

SCRITTORI IN EVIDENZA: Monica Magli

 

🌺 Monica Magli: tra parole, memoria e amore ai tempi della guerra

Nel vasto panorama della narrativa storica italiana, oggi vi porto alla scoperta di una voce autentica, intensa e appassionata: Monica Magli.
Durante la nostra intervista, Monica si è raccontata con semplicità e profondità, portandoci dentro il suo mondo fatto di storie, studio, passione per la montagna e... un gatto inseparabile.


✍️Nata a Bologna nel 1989, Monica vive tuttora nella sua città, dove ha coltivato fin da piccola l'amore per la scrittura. Laureata in Scienze Politiche, ha iniziato a scrivere a soli undici anni, sperimentando vari generi letterari.


La svolta arriva nel 2011, durante un trekking in montagna. Lì, tra i silenzi delle vette e l'eco della Storia, capisce di voler raccontare le vite e le emozioni di chi ha vissuto un periodo cruciale: la Prima guerra mondiale.

Monica è anche una grande amante dei gatti: da ben 16 anni al suo fianco c'è Felipe, detto Pippo, il suo "assistente di scrittura", fedele compagno che supervisiona ogni pagina.

📚Nel giugno 2024, Monica pubblica il suo primo romanzo, un’opera che mescola con grande delicatezza ricostruzione storica e sentimento.

"Come un fiore che nasce in trincea" ci porta nel 1917, durante la Decima battaglia dell’Isonzo, tra le alture del Carso.
Protagonisti sono Norberto Ciotti, fante del 35° Reggimento e contadino marchigiano, ed Elisabetta Schërer, infermiera volontaria figlia di un avvocato austro-ungarico rifugiato a Roma.


Due mondi lontani, due classi sociali differenti, un incontro nel luogo meno probabile: un ospedale da campo.
Le loro vite si intrecciano tra ferite, lettere, silenzi e battaglie (Caporetto, il Solstizio del '18), in un percorso fatto di separazioni, dolori profondi e una rinascita difficile ma possibile.

Un romanzo che commuove, fa riflettere, e ci ricorda — con parole cariche di umanità — il prezzo altissimo che ogni guerra impone.

💭 Una frase per entrare nel cuore del libro:

“La guerra spezza tutto. Ma a volte, qualcosa riesce comunque a fiorire.”


🖋️ Monica è già al lavoro sul suo secondo romanzo, che continuerà a esplorare il Novecento con lo stesso sguardo umano e appassionato.

 

 

 

📌 💬 Leggi l’intervista completa e lasciati conquistare dalla voce autentica di questa autrice emergente!

D. Monica, ci racconti com’è nata la tua passione per la scrittura e cosa ti ha portato, nel tempo, a scegliere la Prima guerra mondiale come ambientazione privilegiata dei tuoi racconti?
MONICA: La passione per la scrittura credo mi abbia sempre accompagnata, sono sempre stata molto creativa e ho una mente molto fantasiosa. Ho sempre tenuto dei diari, già da piccola, ma la prima, vera, storia che ricordo di aver tentato di scrivere risale a quando avevo più o meno undici anni ed era un’indagine su un gatto nero scomparso nel vicinato.
A mano a mano che il tempo passava i racconti e le storie diventavano più complesse, ma riguardo alla scelta della tematica della Prima guerra mondiale devo tutto al nonno. Era lui che mi raccontava storie di guerra (lui ha fatto la Seconda) e da lì è nata questa strana passione. E così ho unito le due cose.


D. "Come un fiore che nasce in trincea" è il tuo primo romanzo pubblicato: com’è stato il passaggio dall’idea al libro finito? Quali sfide hai incontrato lungo il percorso?
MONICA: È stato un percorso piuttosto lungo, iniziato nel 2019, quando mi sono imbattuta nella storia dell’infermiera Margherita Kaiser Parodi, la crocerossina sepolta nel sacrario di Redipuglia. Ho pensato subito che avrei voluto scrivere qualcosa con protagonista una crocerossina, ma non volevo che fosse la storia di Margherita. Ho creato immediatamente una trama, poi la vita mi ha portato ad allontanarmi dalla scrittura per un po’ di tempo. Ma quella storia mi tormentava, ogni tanto tornava a bussare, e alla fine ho trovato il coraggio e mi sono buttata. Creare un romanzo dal nulla, per la prima volta, è stata una sfida impegnativa, ma ho avuto la fortuna di avere al mio fianco una editor che mi ha supportato in tutto il processo, dalla scaletta, fino alla correzione dell’ultima bozza, e con lei al mio fianco, forse, è stato un po’ più facile.

D. Durante un trekking hai avuto l’illuminazione per scrivere storie ambientate nel periodo della Grande Guerra: cosa ti ha colpito così profondamente da voler esplorare quell'epoca nei tuoi scritti?


MONICA:Quel giorno era particolare: ero in Trentino, era una giornata nuvolosa e ventosa. Sono arrivata in cima ad un monte, dove c’ero solo io, due cavalli che brucavano l’erba e ciò che restava del primo conflitto mondiale: una caverna scavata nel terreno, i resti di filo spinato, e, sotto i massi di una parete in parte franata, i resti di scatolette utilizzate dai soldati. È stata una sensazione strana, che ancora oggi faccio fatica a spiegare: trovare pezzi di vita di un’epoca passata, ancora lì dopo più di cento anni, che avevano ancora qualcosa da raccontare, mi ha fatto scattare qualcosa. È stato così che ho iniziato a scrivere di Prima guerra mondiale.

D. I tuoi protagonisti, Norberto ed Elisabetta, appartengono a mondi molto diversi. Quanto è stato importante per te raccontare l'incontro tra due realtà sociali così distanti e il modo in cui la guerra le unisce?

MONICA:Mi piaceva l’idea di dare voce a tutte le realtà che hanno partecipato alla Grande Guerra, perché il fronte era davvero un microcosmo dove mondi completamente opposti potevano incontrarsi. Mai, in una situazione normale, un contadino e la figlia di un avvocato avrebbero potuto entrare in contatto. La Prima guerra mondiale, però, ha mescolato le carte, da lì è cambiato il mondo intero, e volevo raccontare tutto ciò partendo dalla storia di due semplici persone. La storia di Norberto ed Elisabetta poteva essere quella di tante persone che davvero hanno vissuto quegli anni terribili.


D. Il romanzo affronta eventi storici drammatici, ma con una forte componente umana ed emotiva. Come hai lavorato per bilanciare la ricostruzione storica con l’intensità della narrazione sentimentale?

MONICA:Volevo raccontare la Grande Guerra da un punto di vista umano, e per farlo ho cercato di essere il più delicata possibile. Ho cercato di rendere accessibile ai più un argomento complicato come la Prima guerra mondiale. Trattandosi di romanzo storico ho inserito anche scene difficili, complesse, crude, perché per rendere al meglio e per raccontare quel periodo storico a 360 gradi, era necessario farlo. Ma ho cercato di bilanciare, creando due personaggi che fossero umani, con i loro pregi e i loro difetti, con le loro difficoltà, le loro speranze e, nonostante ciò che stavano vivendo, anche i loro piccoli sogni.

D. Scrivere di guerra è sempre una sfida anche dal punto di vista della documentazione: quali fonti hai consultato per rendere autentico il contesto storico del tuo romanzo?

MONICA: Ho fatto una ricerca approfondita, su diversi argomenti. Una cosa a cui tengo tantissimo è che ciò che scrivo corrisponda alla realtà dei fatti, quindi i miei protagonisti devono muoversi esattamente come si muovevano i soldati dell’epoca. Ho quindi consultato i diari del reggimento di cui fa parte Norberto, ed in base a quello, ci ho costruito attorno la storia. Mi sono documentata moltissimo anche sull’organizzazione degli ospedali da campo e sui compiti delle crocerossine, su come operavano, sulla cura delle malattie e delle ferite di guerra. Ho anche cercato di “toccare con mano”, dove è stato possibile. Ho visitato vecchie trincee, paesi come Asolo, dove ho ambientato una parte della storia, e molti musei della Grande Guerra.

D. Felipe, il tuo gatto-assistente, ti accompagna da ben 16 anni. Quanto è importante la sua presenza nel tuo processo creativo? Hai qualche aneddoto divertente su di lui mentre scrivi?


MONICA:Lui è la mia ombra. Quando scrivo è sempre vicino a me, che sia nella sua cuccetta a fianco del mio tavolo da lavoro, o sdraiato ai miei piedi, in estate, quando scrivo in giardino. Il suo contributo è quello di tenermi compagnia con il suo leggero russare, ma anche di ascoltarmi quando progetto trame e personaggi.
Forse l’aneddoto più bello, che ormai è una nostra consuetudine, è che lui sa che, se sono concentrata e non mi accorgo che vuole uscire o ha finito i croccantini nella ciotola, deve venire ai miei piedi e spingermi con la testolina.

D. Stai già lavorando al tuo secondo romanzo: ci puoi dare qualche piccola anticipazione? Rimarrai nell’ambientazione storica della Prima guerra mondiale o esplorerai nuovi territori narrativi?

MONICA:Rimango sempre nell’ambito della Prima guerra mondiale, ma cambio fronte: se “Come un fiore che nasce in trincea” è ambientato sul Carso e poi sul Piave, il secondo sarà ambientato completamente sul fronte dolomitico. E probabilmente si passerà da due punti di vista a tre. È un lavoro più complesso rispetto al primo, ma che, piano piano, sta prendendo forma.
 

📖 "Come un fiore che nasce in trincea" è disponibile ora.
Un libro per chi ama le storie vere, profonde, e i personaggi che restano nel cuore.

 

Eccomi Readers, spero che anche questa volta vi siate appassionati tanto quanto me! Non dimenticate di lasciare un commento e di continuare a seguire il blog per tante altre avventure tra libri e autori. Alla prossima storia, con tante nuove emozioni da scoprire!



 


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