3 aprile 2025

SCRITTORI IN EVIDENZA: Fabrizio Kintaro


 

Fabrizio Kintaro nasce a Catania il 23 luglio 1984 e fin dall'infanzia sviluppa una passione viscerale per la scrittura esplorando generi diversi dalle poesie ai racconti brevi fino ai testi rap Durante l'adolescenza si immerge completamente nella musica componendo e incidendo brani che ottengono distribuzione a livello nazionale e vengono recensiti dalle principali riviste di settore In questo contesto nasce il nome d'arte Kintaro con cui si fa conoscere nel panorama musicale.

Con il tempo la sua scrittura si evolve e si radica nella tradizione del verismo italiano contaminandosi con il realismo crudo della narrativa pulp degli anni '90 Il suo stile diretto schietto e senza filtri mescola

ironia e dramma dando vita a storie che sono al tempo stesso una denuncia sociale e un ritratto spietato della realtà Il dialetto siciliano si inserisce con forza nella sua prosa arricchendola di autenticità e intensità emotiva


Il suo romanzo d’esordio "Sognando la Califogna" è una pubblicazione indipendente che racchiude quattro racconti interconnessi strutturati come atti di una black comedy tragica e grottesca Ambientato in una città immaginaria il libro racconta storie di personaggi ai margini intrappolati in un contesto di degrado e violenza Uno dei racconti segue una famiglia di turisti inglesi che dopo aver intrapreso il viaggio dei loro sogni viene derubata e maltrattata Un altro si concentra su una coppia di gestori di uno stabilimento balneare alla moda che mette drammaticamente a rischio la vita dei propri clienti Un terzo episodio narra di una rimpatriata tra ex compagni di scuola che prende una piega disgustosamente inaspettata mentre l'ultimo episodio segue un ultrà sovrappeso accompagnato da un gruppo di ragazzi cresciuti in un ambiente difficile che finisce per mettere a ferro e fuoco un'intera città

La scrittura di Kintaro è pungente graffiante e senza compromessi Con uno stile al vetriolo e una narrazione incalzante "Sognando la Califogna" è un viaggio disturbante e coinvolgente che scuote il lettore e lo trascina in un vortice di assurdità e disperazione Una lettura che non lascia indifferenti e che mette a nudo il lato più oscuro della società

 Adesso che abbiamo conosciuto Fabrizio passiamo alla sua intervista , le sue risposte mi hanno davvero stupito per la sua sincerità e schiettezza:


1-Dalla musica alla narrativa – Hai iniziato il tuo percorso artistico con il rap, scrivendo e componendo testi incisivi. Come è avvenuto il passaggio dalla musica alla scrittura narrativa? C'è un filo conduttore tra queste due forme di espressione?

FABRIZIO: In realtà non ho mai fatto una netta distinzione tra i tipi di scrittura. Per me scrivere include già di per sé una forma di verità intrinseca. Quando scrivi “barre” per i testi rap devi stare attento alla costruzione metrica, all’ assonanza delle parole. Devi riuscire a dire tanto in 16 barre o quando va bene in 32. La narrativa mi ha svincolato da quella struttura rigida che ormai mi stava stretta. Nel mio caso particolare le due forme quindi sono strettamente legate dal contenuto di denuncia sociale e dalla crudezza del linguaggio impiegato.



2-L’influenza del verismo e del pulp – Il tuo stile mescola il realismo crudo del verismo con l’irriverenza del pulp anni ’90. Quali autori o opere hanno maggiormente influenzato la tua scrittura?

FABRIZIO: Tutta la mia narrativa è influenzata in primo luogo da Welsh e da tutta quella che fu definita a metà anni ’90 la “gioventù cannibale” letteraria. Parlo: del primo Ammaniti, Pinkets, Massaron, Governi, Teodorani, Nove. Il background verista lo eredito invece dai tempi di scuola, da bambino ero appassionato del “ciclo dei vinti”, i racconti della Deledda mi stregavano e così tutti quegli autori che portavano la scrittura a un livello per così dire più cinematografico, Pirandelliano aggiungerei.

3-L’uso del dialetto siciliano – Nei tuoi testi il dialetto siciliano emerge come elemento distintivo. Lo consideri un modo per rendere la narrazione più autentica o ha anche una valenza simbolica e di denuncia sociale?

FABRIZIO:? Il dialetto è  usato per rendere il racconto più chiuso, viscerale, se letto da chi quel dialetto non lo conosce. Volevo rendere l’idea di una Sicilia ostica che seppur aperta allo straniero, non scende a patti e non ricorre a interpreti. L’idea è: se sei qui, ti devi sforzare di capirmi perché io non ti renderò le cose più semplici. Dall’ altra parte, ho seguito il modello “verghiano” secondo cui i personaggi parlano seguendo il codice del contesto di appartenenza e metti che in realtà dalle mie parti si usa veramente tanto il dialetto nella lingua parlata.

4-"Sognando la Califogna" – Il tuo romanzo d’esordio presenta storie estreme e grottesche, ambientate in una città quasi infernale. Quanto c’è di reale e quanto di surreale nella tua rappresentazione del degrado sociale?


FABRIZIO:Purtroppo basta leggere le notizie di cronaca per capire che c’è veramente molta realtà nella mie storie. I toni da “narrative fiction” ovviamente calcano la mano su determinati aspetti più grotteschi. Alcune case editrici mi hanno persino incolpato, dicendo che quasi quasi sfocio nel “fantasy”. Io continuo a pensare che tanta gente ha paura e continua a girarsi dall’ altra parte perché il problema non li tocca personalmente. Questo non è il mio caso. Scrivo quello che vedo ancor prima di quello che immagino.

5-Personaggi disperati e disillusi – I protagonisti dei tuoi racconti sembrano vivere situazioni al limite tra il tragico e il ridicolo. Come costruisci i tuoi personaggi? Sono ispirati a persone reali o nascono da un’esigenza narrativa?

FABRIZIO:?  I miei personaggi sono sempre personaggi fittizi che impersonano le caratteristiche, i vizi e le debolezze di persone che ho realmente incontrato nel corso della mia vita. La costruzione estetica invece è molto spesso frutto di un mix di tratti fisico-somatici di persone realmente esistenti.

6-La denuncia sociale nella tua scrittura – Nei tuoi racconti affronti tematiche di degrado, violenza e disperazione. Pensi che la narrativa possa avere un impatto concreto sulla percezione della realtà o sia solo un modo per raccontarla?

FABRIZIO: Penso che il compito di chi tratta tematiche come le mie sia quantomeno di evidenziare il problema. Poi come ben sai: “non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire”. È sempre più comodo fare finta che il problema non esiste solo per non affrontarlo. Io dalla mia cerco di raccontare i problemi e contemporaneamente di darti una lettura appassionante. Se poi riesco a strapparti anche qualche risata, mi reputo pienamente soddisfatto.


7-L’esperienza dell’autopubblicazione – “Sognando la Califogna” è una pubblicazione indipendente. Come hai vissuto il percorso dell’autopubblicazione e quali difficoltà e soddisfazioni hai incontrato?

FABRIZIO: Autopubblicarsi non è proprio una passeggiata. Devi fare tutto da solo e senza aiuti. Richiede un impiego di tempo ed energie immane. Essere indipendente però ti permette di fare quello che vuoi e come lo vuoi. Credo che la libertà artistica sia una necessità per chi come me presenta un’ opera di tale impatto sociale. Molte cose che ho scritto, se fossi stato sotto contratto avrebbero creato problemi e sarebbero state tagliate.

8-Progetti futuri – Dopo il successo di “Sognando la Califogna”, hai già in mente nuovi progetti narrativi? Continuerai a esplorare il genere della black comedy o pensi di sperimentare altri stili e tematiche?

FABRIZIO: Ho già iniziato a scrivere una serie di racconti che riprende le vicende dei protagonisti di “Sognando la Califogna” e che fa luce su alcuni aspetti irrisolti. La serie tratterà tutte quelle tematiche sociali che non ho affrontato in “Sognando la Califogna “ e sarà sicuramente più complessa e articolata. Diciamo che “Sognando la Califogna “ è stata per così dire la puntata pilota, di una serie più lunga che vuole chiarire le dinamiche psicologiche dei personaggi e l’importanza dei temi di denuncia impiegati.
 

 Allora che ne pensate di questo nuovo scrittore?

Eccomi Readers, spero che anche questa volta vi siate appassionati tanto quanto me! Non dimenticate di lasciare un commento e di continuare a seguire il blog per tante altre avventure tra libri e autori. Alla prossima storia, con tante nuove emozioni da scoprire!
 



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