1 maggio 2025

SCRITTORI IN EVIDENZA: Eli Alves M.

 


Intervista a Elisa – Tra racconti sospesi, misteri e parole che lasciano il segno

Quando ho conosciuto Elisa, ho capito subito che le sue storie non erano solo racconti, ma viaggi. Brasiliana di origine, con quindici anni di esperienza nell’insegnamento e una formazione accademica in Lettere e Linguistica, Elisa ha portato con sé nel suo percorso europeo una valigia piena di parole, domande, e misteri da svelare.

Non si è limitata a insegnare: ha scritto, ha sognato, ha raccontato. E spesso ha scelto di farlo nell’ombra, come ghostwriter, prima di decidere che era arrivato il momento di firmare le sue storie.

Così, nel 2023, ha pubblicato il suo primo romanzo, Il Segreto di Naturverin, e da lì ha preso vita una serie di gialli pubblicati con 1886 Publishing, che l’hanno portata a ricevere il riconoscimento come rivelazione letteraria al XXI Premio Città di Angri.

Ma Elisa non è solo gialli. È racconti brevi dai finali aperti, che pubblica sul suo profilo Instagram lasciando il lettore con la mente in movimento. È attenzione per le parole, per le sfumature. È passione per la musica, che si trasforma nel suo nuovo progetto letterario: Hemiolia, un romanzo allegorico in uscita nel 2025 nato da oltre un anno di studio linguistico-musicale.

Nei suoi libri c’è Torino, ci sono biblioteche antiche, segreti di famiglia, leggende locali e donne curiose, sensibili, determinate. C’è Alessia Pignatelli, protagonista dei suoi romanzi gialli: bibliotecaria e investigatrice per vocazione, simbolo di una femminilità intelligente e risoluta.

E c’è Elisa, dietro ogni parola.

A questo punto, non potevo che farle qualche domanda.
Ecco l’intervista completa, in cui Elisa ci racconta il suo percorso, la sua visione della scrittura e i suoi progetti futuri.

 


D-Elisa, hai una solida formazione accademica in Lettere e Linguistica. In che modo queste competenze influenzano la tua scrittura, soprattutto nei tuoi racconti brevi e nei romanzi più complessi come Hemiolia?

ELISA:La mia formazione in Lettere e Linguistica mi ha insegnato a vedere la lingua non solo come mezzo di comunicazione, ma come materia viva, da plasmare. In Hemiolia, ad esempio, ho sfruttato la musica (una vecchia amica) e il linguaggio per creare ritmo e suggestioni, mentre nei racconti brevi cerco di domare la mia natura logorroica.

D-Hai iniziato condividendo racconti con finali aperti su Instagram. Cosa ti affascina di questo tipo di narrazione e cosa credi lasci al lettore che un finale chiuso non riesce a dare?

ELISA:I finali aperti mi affascinano perché trasformano il lettore in co-autore. Mentre un finale chiuso offre una risposta, uno aperto lascia spazio all’interpretazione, alla rielaborazione personale. Su Instagram, questa scelta era anche una provocazione: volevo che le storie continuassero a vivere nella mente di chi le leggeva, diventando quasi un dialogo tra me e il pubblico.  

D-Il tuo esordio con Il Segreto di Naturverin ha segnato l’inizio di un percorso letterario molto variegato. Come hai vissuto il passaggio dai racconti al romanzo, e cosa ti ha spinta a cimentarti subito dopo nel genere giallo?


ELISA:In realtà, il percorso è stato inverso: sono passata da Il Segreto di Naturverin ai racconti. Ma il giallo è sempre stato il mio “primo amore”. Amo le regole del genere, l’equilibrio tra indizio e inganno, e volevo creare un personaggio femminile che somigliasse alla “ragazza della porta accanto”.  


D-La  serie con protagonista Alessia Pignatelli ha una forte componente di omaggio alla cultura, ai libri e alla memoria. Quanto c’è di te in Alessia e nel suo legame con la letteratura?

ELISA:Alessia è un omaggio a una mia ex-allieva, diventata un’amica: il suo amore per i libri, il modo in cui usa le sue conoscenze per decifrare la realtà, riflette il suo rapporto con la scrittura. Ma mentre io ho scelto di raccontare storie, lei le vive attraverso i romanzi altrui. È un omaggio a quanto la letteratura possa essere una lente per interpretare il mondo—e a volte, una difesa da esso.  

D-In Rosa come l’Oleandro sottolinei che il messaggio nascosto è visibile solo a chi “sa leggere tra le righe”. Ti capita spesso di inserire significati simbolici o metafore nei tuoi scritti? E come reagiscono i lettori quando li colgono?

ELISA:Sì, amo nascondere significati tra le righe, come in Rosa come l’Oleandro, dove i colori e quel fiore non sono mai casuali. Alcuni lettori me li segnalano con entusiasmo, altri non li colgono mai. Ma è un gioco che crea complicità: chi coglie il simbolo sente di aver accesso a un livello ulteriore della storia.

D-Hemiolia, in uscita nel 2025, affronti un progetto molto ambizioso, fondendo musica e linguaggio in una narrazione allegorica. Com'è nata quest’idea e quali sono state le principali sfide nel coniugare queste due forme d’arte?


ELISA:L’idea è nata da due cose: esorcizzare una esperienza personale, e da uno dei miei brani preferiti: America (di West Side Story), scritto in tempo emiolico, dove due ritmi convivono. Ho pensato: “Come diventerebbe questo applicato alla narrazione?” La sfida è stata tradurre la polifonia musicale in parole, usando ripetizioni, assonanze e strutture narrative spezzate. È stato come comporre una partitura letteraria, e temevo risultasse troppo sperimentale—invece i beta-reader hanno apprezzato l’audacia.  


D-Hai lavorato anche come ghostwriter. In che modo questa esperienza ha arricchito o influenzato il tuo stile personale? C’è stato un momento in cui hai sentito chiaramente il desiderio di “firmare” le tue storie?

ELISA:Scrivere per altri mi ha insegnato a modulare la voce, a calarmi in stili diversi. È stato un allenamento prezioso, ma a un certo punto ho sentito il bisogno di firmare le mie storie. Il momento di rottura è arrivato quando un’idea a cui avevo lavorato per anni, sviluppata per un committente, mi è stata tolta perché chiesi un aumento. Era troppo mia per vederla nelle mani di altri. Da lì, ho scelto di dedicarmi solo ai miei progetti.  


D-Premiata come rivelazione letteraria nel 2023, hai già dimostrato una grande capacità di spaziare tra generi e tematiche. Quale direzione narrativa sogni di esplorare in futuro che ancora non hai affrontato?

ELISA:Mi intriga l’idea di fondere generi, creare qualcosa di difficile da etichettare.  
Sto già delineando qualcosa… E vi posso dire che mi ha ispirato una canzone che adoro: Una rosa blu, di Michele Zarrillo.  
 




Eccomi Readers, spero che anche questa volta vi siate appassionati tanto quanto me! Non dimenticate di lasciare un commento e di continuare a seguire il blog per tante altre avventure tra libri e autori. Alla prossima storia, con tante nuove emozioni da scoprire!





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