18 luglio 2024

SCRITTORI IN EVIDENZA : Patrick Landi

 


Intervista Esclusiva con Patrick Landi: Un Viaggio nel Mondo della Fantascienza, del Fantasy e del Thriller


Sono  entusiasta di presentarvi un'intervista esclusiva con Patrick Landi, autore di romanzi fantasy, fantascienza e thriller. 




Nato il 6 settembre 1979 a Prato, Toscana, Patrick ha intrapreso un viaggio affascinante dalle arti sceniche alla scrittura, trasformando le sue passioni in narrazioni avvincenti. Il suo romanzo d'esordio, "Il Volto di Europa", ha catturato l'attenzione del panorama editoriale italiano, offrendo una miscela unica di scienza, mistero e avventura.
Patrick è anche il fondatore del gruppo Facebook "Fantasy, thriller, fantascienza. Il Club di NuoveStorie", una vivace community letteraria dove gli appassionati di lettura e scrittura possono condividere la loro passione e scoprire nuovi autori. In questa intervista, Patrick ci parla del suo percorso artistico, delle sue ispirazioni, e delle sfide e gioie del mondo della scrittura.


Scopri l'intervista completa qui sotto:

1-Patrick, ci puoi raccontare un po' del tuo percorso artistico e di come sei passato dal teatro amatoriale alla scrittura di romanzi?

Il percorso di avvicinamento alla scrittura per me è stato strano, tortuoso e non lineare. Non ho mai avuto in programma di fare lo scrittore, non mi sono mai sentito una persona particolarmente colta o portata per la scrittura. Eppure, fin da piccolo ho sentito l'impulso a scrivere. Uno dei miei sogni di bambino era di fare come Jack Nicholson in "Shining" (chiaramente escludendo la parte in cui lui impazzisce e cerca di uccidere tutti). Mi affascinava l'idea di sedermi alla macchina da scrivere all'interno di un posto tutto per me e in solitudine dare sfogo alla fantasia. Ricordo che già durante il periodo delle scuole elementari, spesso andavo in ufficio con mio nonno e mi mettevo seduto davanti a una vecchia Olivetti e passavo i pomeriggi a scrivere. Più che altro scrivevo di qualche film che avevo visto in Tv e a cui cambiavo il finale. Con gli anni è aumentata sempre di più la voglia di leggere mentre la scrittura è stata un po' relegata alla sola redazione di diari personali o appunti. Nel frattempo ho seguito corsi di teatro amatoriale e mi sono dedicato al cabaret comico, ho fatto qualche spettacolo e poi mi sono buttato in un paio di avventure teatrali che mi hanno fatto togliere diverse soddisfazioni. Poi casualmente ho scoperto un sito internet che dava la possibilità di pubblicare online brevi racconti e ottenere delle recensioni, mi sono buttato e ho ricevuto ottimi riscontri dai lettori. A quel punto ho provato a ideare una storia più lunga e in breve mi sono trovato immerso nel mio primo romanzo.

2-Il tuo romanzo d'esordio, "Il Volto di Europa", mescola elementi di fantascienza, thriller e intrighi religiosi. Cosa ti ha ispirato a creare una storia così complessa e multidimensionale?

Fin da piccolo sono stato incuriosito dalla fantascienza e da sempre sono affascinato dai temi fantastici. Sono un forte lettore di fantasy e fantascienza. Alcuni libri che ho letto e alcuni film che ho visto mi facevano ammirare le menti dei loro ideatori, portandomi a pensare che cosa li avesse spinti a riuscire a immaginarie storie così incredibili e meravigliose. "Contact" o "Mission to Mars" sono solo i primi esempi che mi vengono in mente. Con gli anni mi sono avvicinato di più ai thriller e ho iniziato ad apprezzare le storie complesse, che hanno molti punti di vista e personaggi e che contengono scene che tengono il lettore col fiato sospeso. Sono sempre stato attirato dalle domande esistenziali, "chi siamo - da dove veniamo - dove andiamo - perché viviamo" ecc... e quindi col tempo mi sono interrogato molto sulla presenza di Dio, le religioni, le teorie esoteriche e mistiche. Mi sono avvicinato alla spiritualità, ho studiato molte teorie e sono giunto a formarmi alcuni pensieri e convinzioni del tutto personali che un po' svelo all'interno dei miei romanzi se si sa leggere con attenzione. Se come lettore adoro le storie complesse, ricche di personaggi, di punti di vista e di colpi di scena, era inevitabile che arrivassi a scrivere in questo modo.

3-Hai frequentato corsi di scrittura creativa e narratologia. Quanto questi studi hanno influenzato il tuo stile e approccio alla scrittura?

I corsi sono stati fondamentali per la mia formazione di scrittore e per creare un mio stile. Credo che trattandosi di un'arte, anche per la scrittura valgano le stesse regole di altre discipline artistiche. Se non ci sogneremmo mai di prendere in mano martello e scalpello e scolpire una statua di marmo senza che nessuno ci abbia mai insegnato come fare, perché pretendiamo di farlo con la scrittura? Solo perché a scuola ci viene insegnato a scrivere o solo perché siamo lettori forti non è detto che si possa essere in grado di scrivere storie che facciano appassionare i lettori. Ho creduto che investire su di me e sulla mia formazione fosse l'unico modo per crearmi una voce e uno stile che identificassero le mie opere. Ancora più dello stile ritengo che per un romanziere sia importante imparare a progettare le storie. La narratologia mi ha insegnato i criteri che una buona storia deve rispettare per catturare il lettore.

4-"Il Volto di Europa" ha ricevuto delle belle recensioni. Quali sono le reazioni dei lettori che ti hanno colpito di più?

Sinceramente non mi aspettavo che potesse piacere così tanto. Ho ricevuto diverse recensioni, alcune molto belle. In molti hanno apprezzato lo stile di scrittura, veloce, scorrevole e senza momenti morti che appesantiscono la lettura, ma ho ricevuto numerosi apprezzamenti anche per la trama e l'intrigo che sono riuscito a tessere. La cosa che più mi ha sorpreso è stata che alcuni mi hanno scritto, oltre che per complimentarsi, anche per confessarmi di avermi "odiato", ovviamente in maniera bonaria, per alcune scelte narrative che nel romanzo portano alcuni personaggi principali a subire spiacevoli eventi (non voglio spoilerare troppo). Mi sono sentito un po' come lo scrittore Paul Sheldon in "Misery non deve morire". Questo mi ha fatto particolarmente piacere perché significa che l'empatia verso quei personaggi è stata ben costruita. 

5-Sei il fondatore del gruppo Facebook "Fantasy, thriller, fantascienza. Il Club di NuoveStorie". Cosa ti ha spinto a creare questa community e come pensi che abbia influenzato il panorama letterario italiano?

Lungi da me pensare di influenzare il panorama letterario italiano, non penso di averne le quantità o le competenze. Vorrei solo che il gruppo facebook che ho creato diventasse un bel riferimento per la narrativa di genere, un punto dove poter parlare delle nostre passioni letterarie, di scambiarsi consigli di lettura e recensioni. Oggi giorno i social sono importanti ma mentre le pagine o i profili personali hanno numerosi limiti, un gruppo può crescere grazie all'interazione di tante persone ed è questo che penso possa aiutare le persone a crescere.

6-Nel tuo libro, coinvolgi organizzazioni come la Chiesa, l'Islam, la CIA e la NASA. Come ti sei documentato per rendere questi elementi realistici e credibili nella tua storia?

Ho passato mesi, in alcuni casi anni, a documentarmi e fare ricerca su tanti di questi aspetti così come sugli aspetti della fantascienza, dei viaggi spaziali e della ricerca di vita extraterrestre. Sinceramente però non l'ho mai fatto solo per scrivere un romanzo, ma per passione. Su alcune particolarità dell'Islam ho fatto ricorso all'aiuto di una persona che mi ha spiegato come funzionano alcuni aspetti di questa religione, il ruolo dell'Imam e la vita di una moschea. Per quanto riguarda alcune scene alla NASA ho fatto riferimento ad alcune esperienze personali avute al John F. Kennedy Space Center di Cape Canaveral che ho visitato nel 2012. Quello di intervistare persone e professionisti che conoscono nel dettaglio aspetti che io posso conoscere solo superficialmente è un sistema che sto utilizzando anche nel romanzo che sto scrivendo adesso. Sto infatti facendo ricorso a interviste a Vigili del Fuoco, specialisti speleologi e professionisti di salvataggio delle persone in acqua, per capire come scrivere al meglio alcune scene che ho in mente.

7-Quali sono i tuoi autori e libri preferiti che ti hanno ispirato nel corso degli anni? E c'è qualche libro che consideri particolarmente influente nella tua carriera di scrittore?

Ce ne sono diversi, per fortuna leggo tanto ed è inevitabile che alcuni autori possano aver influenzato il mio modo di scrivere. Ho tanti autori preferiti e tanti libri "del cuore", ma per non essere banali e segnalare i soliti classici o i soliti autori famosi, voglio menzionare Frank Shatzing: scrittore tedesco de "Il quinto giorno" e "Limit". Penso che soprattutto da quest'ultimo libro abbia appreso molto e abbia avuto l'ispirazione di come volevo fossero impostate le mie storie. A Schatzing ho cercato di rubare il modo di progettare le storie, penso di aver letto Limit una decina di volte cercando di capire le sfumature della sua progettazione. Altri scrittori importanti per me sono stati Stephen King e Dan Brown. Il libro in assoluto che porto nel cuore è "L'enigma di Einstein" di Josè Rodrigues Dos Santos, un grande thriller che mescola cosmologia, thriller, sentimenti, spiritualità, indagini investigative e azione, una perla che consiglio di recuperare agli appassionati di questi generi letterari.

8-Sei sempre alla ricerca di nuove collaborazioni per far conoscere il tuo libro. Come pensi che il networking e le collaborazioni possano aiutare un autore emergente nel panorama editoriale contemporaneo?

Quando non si è pubblicati da una casa editrice big, e quindi difficilmente si finisce sullo scaffale delle librerie, bisogna mettere in conto che i primi promotori del romanzo dobbiamo essere noi stessi. Dobbiamo metterci in campo con tutte le nostre forze, credere in noi stessi e in ciò che abbiamo scritto e comunicarlo agli altri. Certo le case editrici serie come la PAV Edizioni ti danno alcuni strumenti e varie possibilità di farti conoscere ma ciò non basta, si deve essere i primi a mettersi in gioco: a farsi pubblicità e farsi conoscere se si vuole raggiungere più lettori possibile. Credo che affidarmi a collaborazioni con persone, come te Veronica, che amano i libri e l'editoria e che fanno con passione opera di comunicazione sia la strada giusta per raggiungere lettori che altrimenti non avrei modo di raggiungere. Ci vuole tempo, costanza e pazienza ma credo che affidarsi a chi ama i libri sia la cosa giusta da fare. Certo si deve sempre avere come base di partenza un libro di qualità, altrimenti si rischia di avere un ritorno di immagine opposto a quello che si vuole ottenere.


Che ne pensate di Patrick lo conoscevate? per me è stato un piacere intervistarlo e farvelo conoscere ..
Se vi piace il suo genere non perdetevi il libro e se lo leggete fatemi sapere che ne pensate,



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