10 ottobre 2024

SCRITTORI IN EVIDENZA : Dora Rose

 


Intervista a Dora: La forza di un sogno che diventa realtà

Oggi ho il piacere di presentarvi un’intervista molto speciale con Dora, una donna che ha avuto il coraggio di trasformare un sogno in realtà: diventare una scrittrice. ✨

Dietro questo pseudonimo si cela una persona autentica e determinata, che ha scelto la scrittura per esprimere sé stessa e raccontare storie che toccano il cuore. Dora, laureata in comunicazione e residente in provincia di Milano, ha da sempre coltivato la passione per la lettura. Ma è stato solo di recente che ha deciso di fare il grande passo e mettersi alla prova con la scrittura. Una sfida che ha affrontato con la sua solita grinta, nonostante le paure e le incertezze iniziali.

Nell’intervista che segue, Dora ci racconta come è nata la sua passione per la scrittura, quali sono state le sue ispirazioni e cosa significa per lei avere il coraggio di realizzare i propri sogni. 🌟

Realizzare i propri sogni: la forza del coraggio e della perseveranza

Spesso la vita ci mette davanti a sfide e ostacoli che possono sembrare insormontabili. Ma Dora è l’esempio di come, con il giusto mix di forza di volontà e fiducia in sé stessi, è possibile trasformare un desiderio in qualcosa di concreto. Realizzare i propri sogni non è mai facile: richiede impegno, pazienza e a volte un po' di follia nel credere in qualcosa che altri non vedono. Ma alla fine, quella soddisfazione e quel senso di compimento non hanno prezzo.

La storia di Dora ci ricorda quanto sia importante seguire la propria strada, nonostante le difficoltà, perché i sogni che ci appartengono veramente non svaniscono mai. Basta avere il coraggio di afferrarli e portarli alla luce. ✨

Ti invito a leggere l’intervista completa per scoprire di più sul percorso di Dora e lasciarti ispirare dal suo viaggio!

📖 Scopri l’intervista completa qui sotto e lasciati ispirare dalla sua storia di coraggio e passione.


D-Cosa ti ha spinto a scegliere di usare uno pseudonimo per il tuo percorso da scrittrice? Cosa rappresenta per te il nome "Dora"?

Dora: Ho deciso di iniziare a scrivere d'impulso, dopo anni che ci pensavo. L'ho visto come un salto nel vuoto, che avrebbe potuto avere qualsiasi esito, soddisfacente come anche estremamente deludente. Ho scelto di usare uno pseudonimo perché sono consapevole di essere, già di mio, la più accesa e pignola critica di me stessa e mi sono quindi concessa di non espormi anche al giudizio di tutte le persone che mi conoscevano, giudizio che sapevo sarebbe stato inevitabilmente filtrato dall'esperienza che ciascuno aveva di me in vari ambiti, tutti alieni dalla scrittura. Un po' non mi va di dover rispondere a troppe domande sul "perchè e percome" di questa scelta, un po', in generale, desidero che chi legge ciò che scrivo lo valuti (e lo ami, possibilmente), per quello che è, non per chi lo racconta.
La scelta del nome Dora è nata quasi per gioco: stavamo chiacchierando con due amiche con cui condivido il mio vero nome di battesimo e una di loro faceva notare che lei aveva anche un secondo e un terzo nome, da poterci "prestare" al bisogno. L'ho presa in parola (e poi gliel'ho anche detto)!

D-Hai menzionato che il nome Rose viene dalla protagonista di un film a cui sei legata. Puoi raccontarci qual è questo film e perché è così significativo per te?

Dora:Rose è la protagonista di "Titanic", film che per me ha un particolare valore perché legato all'inizio della storia con l'amore della mia vita, mio marito; la colonna sonora è stata anche il nostro primo ballo, alla festa del nostro matrimonio.

D-Come è nata la tua passione per la scrittura, visto che è un interesse recente? C’è stato un momento o un evento in particolare che ti ha ispirato a scrivere il tuo primo libro?

Dora:Ho sempre amato molto leggere e, fin da ragazzina, ho sempre avuto il sogno di scrivere anch'io un mio libro. Negli anni ho ideato diversi soggetti, che sono rimasti lì, nella mia mente, senza che avessi mai il coraggio e/o il tempo (per impegni di studio, famiglia, lavoro) di dedicarmici concretamente. Nel febbraio scorso, in un momento un po' stressante, in cui sentivo il bisogno di liberare la mente concentrandomi su qualcosa di totalmente "altro" rispetto alla mia quotidianità, ho deciso di buttarmi, e da lì è nato "Nel tuo sguardo".

D-Considerando il tuo background accademico in lettere e comunicazione, in che modo pensi che la tua formazione abbia influenzato il tuo stile di scrittura o il modo in cui affronti la creazione di una storia?

Dora: Sicuramente i miei studi hanno contribuito a farmi appassionare sempre più al mondo della letteratura nei suoi vari generi, dandomi modo di conoscere libri che mi hanno affascinata e hanno plasmato i miei gusti e il mio immaginario.
Per quanto riguarda il modo in cui affronto la creazione di una storia, invece... beh, tanto sono sempre stata rigorosa e metodica negli studi, così mi sono scoperta totalmente anarchica nello scrivere. Procedo in base a quello che mi viene in mente o che ho voglia di scrivere in quel preciso momento, vado per scene, per quadri e poi li unisco. Ad esempio, ho scritto l'inizio di "Nel tuo sguardo" più di un mese dopo aver concluso i passaggi centrali e questo mi è anche servito ad individuare quale impatto volevo dare al lettore nelle prime pagine, in base a come si sarebbero poi evoluti i fatti; l'epilogo, invece, l'ho pensato davvero nella fase finale della stesura, per tirare le fila.

D-Hai detto che la lettura è una tua grande passione. Quali sono i tuoi autori preferiti o i libri che hanno avuto un impatto significativo su di te?

Dora: I miei preferiti? Troppi per citarli tutti... Tra i classici, direi sicuramente Jane Austen (ho letto tutto ciò che ha scritto), Tolstoj, Manzoni, Goethe, Louisa May Alcott (Piccole donne, il primo romanzo che ho letto!)... ma anche Agatha Christie (da sempre!), Ken Follet, J. K. Rowling (non solo Harry Potter!), Camilla Lackberg, Sandrone Dazieri, Donato Carrisi, Joel Dicker, Kate Morton, Angela Marsons, Ilaria Tuti, Rosa Teruzzi... I thriller e i gialli mi piacciono molto, ma ne ho letti tanti che ormai mi è difficile trovarne uno che mi "stupisca" o mi spiazzi del tutto per la sua originalità: è anche per questo che non oso cimentarmi in prima persona in questo genere.

D-Sei una persona riservata e autocritica, ma anche consapevole dei tuoi punti di forza. Come trovi l'equilibrio tra il riconoscere i tuoi successi e il non sentirti troppo esposta nel tuo percorso di scrittura?

Dora: Dunque dai per scontato che lo trovi, questo equilibrio... Scherzi a parte, non so risponderti. Diciamo che la scelta dell'anonimato è uno schermo molto utile, un po' per tutto.

D-Ci hai raccontato di aver superato periodi bui (SAREBBE POSSIBILE SOSTITUIRE "BUI" CON "COMPLICATI"?) grazie alla tua forza di volontà e al sostegno delle persone care. Come pensi che queste esperienze abbiano influenzato la tua scrittura o il modo in cui racconti le storie?

Dora: Credo che il fatto di essere passata attraverso momenti faticosi, a livello psicologico ed emotivo, mi sia servito, da un lato, ad imparare a riconoscere i segnali della fatica stessa e a capire quando affrontarla, per non farmene travolgere, dedicandomi a chi e a ciò che mi fa stare bene.
Per quanto riguarda il modo in cui questi momenti di vita hanno influenzato la mia scrittura... Beh, spero di riuscire a trasmettere sempre, in tutto ciò che ho scritto e che scriverò, un messaggio di comprensione, di accoglienza, di non-giudizio. Non si può mai sapere cosa sta accadendo nell'animo di chi si incontra, quindi è sempre meglio concedere il beneficio del dubbio, quando un atteggiamento o un comportamento ci infastidiscono o ci risultano incomprensibili. Non è detto che una persona che apparentemente è felice e "ha tutto" stia per forza bene con se stessa o non stia invece affrontando una sua battaglia personale... e di sicuro l'ultima cosa di cui ha bisogno è di trovarsi sommersa di critiche e di ulteriore "pesantezza". Spesso c'è bisogno solo di poter parlare con qualcuno disposto ad ascoltare veramente, senza preconcetti e senza sufficienza, alla pari, e di trovare insieme una via.

D-Qual è la cosa che ami di più del tuo lavoro attuale in una nota azienda televisiva, e pensi che questa esperienza possa ispirare futuri progetti letterari?

Dora: Amo la mia professione in generale e ho la fortuna di poter lavorare nell'ambito in cui mi sono specializzata, ricco per natura di stimoli visivi, culturali e di approfondimento. Un'altra fortuna è quella di collaborare con colleghi interessanti, dinamici, ciascuno con le sue caratteristiche e le sue passioni: ognuno è, a modo suo, una fonte di ispirazione. Non è un caso se proprio nell'ambito lavorativo si trovano alcune delle prime (poche e selezionate!) persone a cui ho parlato del mio progetto di scrittura: mi hanno sempre sostenuta e supportata nel portarlo avanti.

Non faccio progetti specifici per il futuro... Ho in mente un nuovo libro, che potrebbe raccontare una realtà più vicina alla mia, ma preferisco non parlarne, per il momento. Chiamiamola scaramanzia. :-)




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