17 ottobre 2024

SCRITTORI IN EVIDENZA: Maria Teresa Zanca

 


Alla scoperta di Maria Teresa Zanca: una vita tra poesia e rinascita

Oggi vi porto nel mondo di Maria Teresa Zanca, poetessa dal percorso unico e affascinante. Nata nel 1958 a Chiavari, la sua vita è stata un viaggio senza sosta, caratterizzato da continui trasferimenti e cambiamenti che l'hanno resa una vera e propria nomade. Dai primi anni dell'infanzia trascorsi a Salerno, fino alle esperienze in Canada, passando per Ferrara, Parma e Parigi, ogni luogo ha lasciato un segno profondo nella sua anima e nelle sue parole.

Fin da giovane, Maria Teresa ha scoperto una passione travolgente per la scrittura, in particolare per la poesia. La natura sconvolgente dell’isola di Vancouver e l’intensità dei rapporti umani vissuti durante gli anni di studio lì, le hanno aperto le porte verso la scrittura come espressione delle emozioni più profonde. Tuttavia, il suo viaggio interiore è stato tutt'altro che lineare. Dopo un periodo di grande produttività

creativa, si è allontanata dalla scrittura per quasi vent'anni, travolta dalla vita e dal suo amore per Pierre, che ha descritto come un vero e proprio "tsunami" che ha cambiato ogni cosa.

Ma il mare, con la sua vastità e il suo potere ispiratore, è tornato prepotente nella sua vita quando si è trasferita a Nizza. È lì che Maria Teresa ha riscoperto il desiderio di scrivere e ha trovato nella poesia il suo strumento per elaborare emozioni e dolori profondi. La sua prima silloge Saudade è stata pubblicata nel 2019, un sogno finalmente realizzato dopo anni di silenzio. Da lì, la sua carriera letteraria ha continuato a crescere, con la pubblicazione de L’isola delle cose non dette nel 2023 e la partecipazione a numerosi concorsi poetici e antologie.

L'incontro con Maria Teresa Zanca ci mostra quanto sia importante non solo seguire le proprie passioni, ma anche essere pronti a ritrovarle, a riscoprirle quando il momento è giusto. La poesia, per lei, non è solo un mezzo di espressione artistica, ma un'ancora di salvezza, una via per affrontare le tempeste della vita e ritrovare la calma.

 


Intervista:

 D: Maria Teresa, la tua infanzia è stata segnata da continui viaggi e traslochi. In che modo questa esperienza ha influenzato la tua visione del mondo e la tua scrittura poetica?

Maria Teresa:Fin da piccola sono stata sballottata da una città all'altra seguendo i trasferimenti di mio padre e da adulta inconsciamente ho ripreso la fiaccola chiudendo parentesi e aprendone nuove altrove di mia propria iniziativa. Forse il nomadismo è un modo di vivere che mi é entrato nel sangue fin dalla culla! Ricominciare di nuovo ancora e ancora da zero, adattarsi a nuovi luoghi e idiomi, cercare nuovi punti di riferimento e nuove amicizie, tutto ciò mantiene in allerta, rende modulabili ed adattabili, apre la mente e lo spirito... ma lascia inevitabilmente spesso un gran vuoto e un senso d'ineluttabile solitudine con il quale bisogna imparare a convivere.  Il mondo diventa un luogo a priori senza barriere invalicabili, dato che si impara a sopravvivere ovunque e la scrittura poetica diventa malinconica, a volte disperatamente accorata, perché le tue radici penzolano e non hai una terra "tua" e non hai amici d'infanzia che ti porti dietro da una vita. Tutto ciò che possiedi è "nuovo" senza storia, il passato non lo hai attorno a te ma unicamente nella tua memoria e nel tuo cuore.

D:Hai scoperto la tua passione per la poesia, il cinema e il teatro a soli sedici anni, durante il tuo soggiorno sull’isola di Vancouver. Cosa ricordi di quel periodo e come ha segnato la tua creatività?

Maria Teresa:Il mio inaspettato biennio di studi sull'isola di Vancouver è stato senza dubbio il periodo più marcante di tutta la mia vita per innumerevoli motivi.
Prendi un centinaio di sedicenni di 40 nazionalità diverse e "rinchiudili" in una foresta in riva all'oceano, 4 per stanza, ovviamente di nazionalità diverse, lontani dalle famiglie almeno per un anno, senza radio o televisione, e falli studiare, e soprattutto parlare e pensare e scoprir(si)e.
Nessuno di noi ne è uscito indenne, non puoi vivere un'esperienza del genere come una banale parentesi nel tuo percorso scolare, perché non lo è!  Scopri una natura sconvolgente, la sua bellezza minacciosa e il suo infinito silenzio.  Scopri gli altri e ti fai travolgere da sentimenti di un'intensità sconcertante... e soprattutto, non puoi fuggire da nessuna parte, devi affrontare e superare.  E poi scopri un modo diverso di studiare, materie diverse che puoi scegliere tu stessa! E sei circondata da studenti tutti indistintamente bravi a scuola come lo eri tu e li vedi pieni di talento e li ammiri e ti senti minuscola, non insignificante ma piccola piccola,  e impari la modestia e la sete d'apprendere.
Ho passato nottate intere scrivendo per evacuare quel torrente di travolgenti emozioni e la poesia è arrivata improvvisamente, come un salvagente per aiutarmi a non annegare.

D:Sei cresciuta tra culture diverse e hai vissuto in varie città, da Salerno a Ferrara, Parma, il Canada, e infine Parigi. Quanto ha influito questo costante movimento nella tua ricerca di identità e radici?

Maria Teresa:Radici... hai citato la parola chiave, che come un coltello mi lacera fin dalla nascita.  Padre siciliano, madre calabrese, fratello piemontese, io ligure, forse era già scritto nel mio destino che avrei continuato a portare in giro le mie radici a penzoloni fino a trovare magari un giorno il terreno giusto. Per il momento cerco ancora.  La mia identità? Cittadina del mondo!   Scherzi a parte, come italiana sarei emiliana d'adozione ma non posso definirmi semplicemente emiliana, però una cosa è certa, in Francia da più di trent'anni, più passa il tempo, più mi sento italiana! Chissà,  forse dovrei tornare in Italia per risentire il richiamo del sangue e piantare finalmente le mie radici!

D:Nel 1987 hai incontrato Pierre, che hai descritto come un “asteroide in perenne movimento”. Quanto ha influenzato questo incontro nella tua vita personale e nel tuo percorso poetico?

Maria Teresa:Dopo il college l'incontro/scontro frontale con Pierre,  il mio tsunami (francese di origine spagnola nato in Algeria , giusto per non perdere la mano sui "mixage") é stato indubbiamente un altro evento marcante che ha letteralmente sconvolto la mia vita e mandato in frantumi la mia tranquilla routine provinciale.
La mia vita personale è cambiata radicalmente perché essere aspirati dalla forza di gravità vitale di Pierre voleva dire lasciare rutto il resto o quantomeno metterlo in secondo piano.
Ed è successo così anche con la poesia.  Ho smesso di scrivere per quasi vent'anni, avevo tempo "solo" per vivere e l'ho fatto.  Volevo vivere un amore intenso, coinvolgente, sconvolgente,  e l'ho vissuto con tutte le scintille e le ustioni che comporta.

D:La tua raccolta L’isola delle cose non dette esplora il tema dei pensieri e delle emozioni che rimangono inespressi. Da cosa nasce l'ispirazione per questo viaggio verso l’isola immaginaria?

Maria Teresa:L'isola della cose non dette, di tutte le mie sillogi, è la più intensa, quella che racchiude il più gran numero di ... urli di dolore perché molte poesie sono dei dialoghi con "un" al di là,  l'aldilà dove riposano ormai i miei affetti più cari, le persone che hanno lasciato un'impronta indelebile nella mia vita, Pierre, scomparso nel 2011 ed i miei, partiti entrambi nel 2019 a otto settimane l'uno dall'altra ed un altro al di là, un passato spensierato dove ancora non avevo avuto una certa diagnosi, dove la spada di Damocle che mi ha reciso la nuca nel 2012 ancora non la vedevo…

D:Le tue poesie spesso evocano immagini di malinconia, perdita e ricordi. Come riesci a trasformare queste sensazioni in parole che possano toccare l’anima di chi legge?

Maria Teresa:Si, malinconia, saudade, un termine che ho fatto mio da tantissimi anni perché mi calza come un guanto,  mi ci riconosco, mi ci specchio.
Ciò non vuol dire che non ami ridere, anzi tutto il contrario! Ho bisogno di ridere, ho bisogno di gioia, ho bisogno di esplodere, di vibrare, di sentirmi viva! Penso che sia quest'ondata d'energia e di sentimento che coinvolge chi mi legge,  ovviamente chi ama, chi si collega, chi usa lo stesso decoder di sensazioni.

D:Hai pubblicato numerose sillogi e partecipato a molte antologie. Come si è evoluta la tua scrittura nel tempo e cosa speri che i lettori traggano dalle tue opere più recenti come Barlumi d’istanti?

Maria Teresa:In realtà tutto è successo abbastanza in fretta e si è verificato più di quanto potessi immaginare.  Come ho detto parlando di Pierre, ho scritto

in modo letteralmente bulimico tra i sedici e i diciotto, poi jn modo sporadico ma costante fino ai ventotto, fino sull'età... di Pierre.  Dopo un lunghissimo silenzio ho conosciuto una nuova fase non proprio bulimica ma alquanto vorace più o meno quattro anni fa quando ho traslocato a Nizza.
Cosa ha provocato la rottura degli argini? Forse la vista quotidiana del mare mi ha fatto ritrovare l'ispirazione che avevo provato a sedici anni in Canada, di fronte all'immensità e alla sconvolgente bellezza della natura tutto il dolore accumulato è finalmente esondato e mi sono aggrappata ancora una volta alla poesia come a un'ancora di salvezza.
La mia prima silloge Saudade, il mio sogno finalmente uscito dal cassetto dopo diversi decenni è stata stampato nel 2019 ... ed è arrivato il Covid. Quando la pandemia è finita, come mi disse l'editore, ormai il libro era troppo vecchio per farne la promozione, allora ho cominciato ad attivarmi sui social per farmi conoscere, per scoprire in qualche modo se valesse la pena continuare a scrivere.  E nata così L'isola delle cose non dette, in settembre del 2023, e per promuoverlo ho cominciato a partecipare a diversi concorsi di poesia, con conseguente partecipazione ad antologie e persino qualche premio! Dicembre 2023, finalista con qualche inedito alla prima edizione del premio il Secondo Mestiere, vado a Roma ad assistere alla premiazione. Non arrivo prima ma è come se lo fossi, i miei inediti sono piaciuti all'editore che collabora con gli organizzatori del Premio, ci incontriamo e scocca la scintilla che darà i natali in febbraio 2024 a  Barlumi d(')istanti. Barlumi è all'immagine della sua copertina, un tuffo nella vita, una nuotata in un oceano di colori, certe onde culleranno chi vorrà leggere, altre travolgeranno perché in ogni riga troveranno schegge della mia anima.

D:Vivi a Nizza dopo oltre trent’anni a Parigi. Credi che un giorno troverai finalmente un luogo dove far attecchire le tue radici o la ricerca di un “posto giusto” rimarrà sempre un tema nella tua vita e nella tua poesia?

Maria Teresa:Il cerchio si chiude con quest'ultima domanda alla quale ho già risposto in qualche modo fin dall'inizio, parlando delle mie radici e della mia identità.  Sinceramente ? Non lo so. Vorrei, penso,  non è mai troppo tardi, dicono...

 

Conoscevi questa autrice? che ne dici?  





Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuto/a nella mia vita ... lascia un commento, un giudizio e anche un opinione negativa se vi è... migliorarmi è il mio obbiettivo ^_^
Sarò felicissima di risponderti Ti aspetto!!!! e Grazie per aver fatto parte della mia Vita